Nelle ultime settimane l’unità nutrizionale di AMKA a Kanyaka è divenuta punto di riferimento per numerosissimi casi di malnutrizione infantile. Purtroppo non sempre riusciamo a far fronte ad una emergenza in atto tanto grave quanto complessa.
Le ultime settimane sono state intense, difficili, a tratti disarmanti.
Con l’ultimo strascico della stagione secca e l’afa tipica del periodo che anticipa le piogge, molti dei bambini affetti da malnutrizione moderata o acuta nell’area hanno vissuto complicazioni sanitarie di diversa natura.
Malaria, diarrea cronica e febbre tifoide sono tra le piaghe più profonde di questo fazzoletto di terra e in quest’ultimo periodo hanno gettato decine e decine di bambini sotto i cinque anni in una debolezza senza scampo, accentuata dalle mancanze proteiche tipiche di chi soffre di malnutrizione.
Il centro di salute e l’unità nutrizionale di Kanyaka, nel pieno dei lavori per l’allargamento del reparto di maternità, sono stati presi d’assalto dalle giovani mamme spaventate e dai loro bimbi infagottati nei pagne colorati. Spesso ci hanno raggiunto da villaggi al di fuori dell’area di salute di nostra competenza, intraprendendo viaggi a piedi di tre o quattro ore.
Grazie in particolare al lavoro di sensibilizzazione svolto nelle ultime settimane, il polo sanitario di Kanyaka gestito da AMKA è divenuto un punto di riferimento nel campo nutrizionale.
La nutrizionista Karyl e la volontaria Dolores hanno inaugurato un percorso di rinforzo della risposta nutrizionale all’interno del centro e nelle ultime settimane è aumentato sensibilmente il numero di bambini presi in carico.
L’obiettivo è quello di offrire un contrasto nutrizionale “anticipato” quando i bambini sono ancora all’interno di uno stato di malnutrizione moderata per evitare che la patologia degeneri nello stadio ben più grave di malnutrizione acuta o grave. Purtroppo, il numero elevato di casi e le limitatezze delle risorse fanno sì che non sempre sia possibile centrare questo obiettivo.
Solo la settimana scorsa ci hanno raggiunto per l’incontro di check-up nutrizionale quattro donne con i loro bambini di due e tre anni, provenienti dal villaggio di Mwamba e dai quartieri periferici di Lubumbashi – a due ore di marcia da Kanyaka. Le analisi obiettive della circonferenza brachiale e del peso hanno dato il responso chiaro di una malnutrizione acuta cronicizzata. La consultazione del medico ha confermato la presenza di infezioni intestinali gravi, combinate in un paio di casi ad una malaria trascinata da molti giorni.
Dopo le prime cure, i bambini sono stati tenuti sotto osservazione nel reparto dedicato del centro. La nostra unità nutrizionale non è attrezzata per svolgere l’attività di sostegno sanitario intensivo e siamo stati costretti a confrontarci con le mamme per pianificare il trasferimento in un ospedale attrezzato della città.
Purtroppo, di questi quattro bambini due non ce l’hanno fatta e sono morti per un calo anemico mentre erano in cura intensiva nell’ospedale di riferimento di Sendwe.
Tragedie così aprono le porte a delle riflessioni enormi sull’importanza e la centralità del nostro impegno in Congo. In un’area profondamente fragile e sprovvista di una qualsivoglia rete socio-sanitaria, la nostra struttura rappresenta un presidio di speranza in cui trovare cure essenziali a costi minimi o addirittura, come nell’ambito nutrizionale, in maniera totalmente gratuita.
Essere un centro di salute e non un ospedale ci impone di riferire i casi più gravi ad altre strutture, spesso statali, spesso costose, che non riescono minimamente a garantire cure adeguate. Lo abbiamo visto con i due piccoli scomparsi la settimana scorsa per anemia e diarrea; lo vediamo ogni giorno scoprendo la realtà di un sistema sanitario nazionale totalmente assente.
Come AMKA ci siamo sempre impegnati per superare le difficoltà circostanti e provvedere a garantire un modello di cure a basso costo efficace e di qualità, lì dove se ne avverte un bisogno bruciante. Quanto è successo negli ultimi giorni ci impone di puntare lo sguardo ancora più in là e iniziare a immaginare un sistema di risposta integrato che possa risultare adeguato anche nei casi di massima urgenza. Purtroppo, stiamo scoprendo che fare affidamento sulle strutture pubbliche locali non funziona e i risultati sono terribilmente tristi.
È davvero il momento di allungare lo sguardo verso un orizzonte ancora più distante in cui il centro di salute di Kanyaka possa rappresentare un modello di assistenza completo. Sappiamo che per farlo ci vorranno tempo e risorse trasversali, oltre che una mobilitazione complessiva dell’intera associazione. Per questo è da tempo che stiamo concentrando le nostre risorse in modo particolare sulla lotta alla malnutrizione ed è per questo che non perdiamo occasione di sottolineare l’importanza di supportare i programmi di sostegno a distanza messi in campo da AMKA.
In ogni donazione c’è la costruzione di un orizzonte nuovo in cui lo sradicamento della malnutrizione smetti di essere una vaga utopia e si faccia realtà palpabile. In ogni donazione c’è una spinta in più perché l’unità nutrizionale di Kanyaka possa diventare il centro gravitazionale di una rivoluzione copernicana tanto necessaria quanto urgente.
Le ultime settimane, così difficili, così intense, ci stanno mostrando tutta l’importanza di agire insieme e di farlo il prima possibile. Grazie sin d’ora a quanti scelgono quotidianamente e sceglieranno di essere parte di questa lotta di dignità.
Guglielmo Rapino