Seva for Africa è un’associazione nata per garantire un accesso sicuro costante e gratuito di energia rinnovabile alle popolazioni che vivono in contesti altamente vulnerabili.
Lo scorso anno l’associazione ha donato ad AMKA un impianto fotovoltaico di ultima generazione che ha permesso di dotare di energia elettrica rinnovabile il Centro di Salute e le due aule multimediali della scuola di Kanyaka.
Questo cambiamento è stato vissuto con grande entusiamo dalle equipe locali, ne abbiamo palato con la dottoressa Isabelle Luzolo Soki, direttrice del Centro di Salute, che ha risposto ad alcune nostre domande sull’argomento.
- Dottoressa, può raccontarci di cosa si occupa il Centro di Salute di Kanyaka? Il Centro di Salute di Kanyaka è il principale presidio sanitario dell’area di Mabaya, un’area che comprende più di 30 villaggi e una popolazione di circa 10.000 persone. Offriamo i servizi di assistenza sanitaria di base, primo fra tutti, le terapie per le principali malattie endemiche dell’area: tifo, malaria, tubercolosi. Abbiamo un reparto di maternità che assicura servizi di consultazione prenatale e assistenza al parto. E una Unità Nutrizionale Terapeutica per le cure specialistiche dei bambini malnutriti. Grazie alla presenza di un laboratorio di analisi e di apparecchiature come l’ecografo e l’ecocardiografo, possiamo assicurare anche indagini diagnostiche. Il Centro è dotato anche di una farmacia. Comunque, i servizi del Centro di Salute vengono offerti anche direttamente all’interno delle comunità dove i nostri operatori effettuano campagne di vaccinazione, attività di sensibilizzazione, supporto nutrizionale.
- Fino a qualche tempo fa il Centro non era dotato di energia elettrica, come incideva questa mancanza sulle prestazioni e sull’operatività di medici e infermieri? La mancanza di elettricità per lungo tempo ha molto influenzato il funzionamento del Centro di Salute e la presa in carico dei pazienti. Per gli operatori del Centro ha rappresentato un vero handicap che ha impedito l’efficace svolgimento dei servizi. Ad esempio, quando ci sono stati dei parti la notte, noi siamo stati obbligati a usare le torce per dirigere bene il parto. Abbiamo cercato sempre di “forzare” la nostra vista per svolgere bene i nostri compiti, ma potevamo incorrere nel rischio di sbagliare, ad esempio quando dovevamo posizionare un catetere venoso. Anche per i pazienti, era una preoccupazione stare in un Centro non dotato di elettricità perché, anche se si sentivano protetti e curati, non si sentivano totalmente sicuri se durante la notte avessero avuto bisogno di servizi di assistenza particolare per cui era necessaria l’elettricità.
- L’elettrificazione ha garantito un grande cambiamento, può farci alcuni esempi pratici di come la presenza costante di energia elettrica abbia migliorato la funzionalità del Centro di Salute? Noi siamo coscienti che l’elettrificazione del Centro ha provocato un grandissimo cambiamento. Ad esempio nel reparto di maternità, l’illuminazione ci permette di monitorare meglio le donne durante il travaglio e poi di condurre meglio le operazioni del parto e infine di sorvegliare la mamma con il suo bambino appena nato. Ci consente inoltre di poter utilizzare sempre, quando ne abbiamo bisogno, l’ecografo e l’ecocardiografo. E soprattutto l’autoclave per la sterilizzazione dei ferri chirurgici, che è fondamentale per la sicurezza di tutti gli interventi ai nostri pazienti.
- L’Associazione Seva for Africa ha reso possibile l’elettrificazione del Centro, ha infatti donato l’impianto e garantito l’installazione dello stesso. Come commenta questa donazione così importante? A nome di tutti gli operatori e i pazienti, desidero ringraziare di cuore Seva for Africa per l’interesse mostrato nei confronti del lavoro che svolge Amka tutti i giorni in un contesto così difficile e per l’attenzione e la sensibilità mostrata nei confronti dei nostri bisogni. Questo gesto così umano da parte di Seva for Africa ha un potere grandissimo, quello di cambiare la vita di molte persone, delle famiglie di Kanyaka che potranno avere accesso a cure di maggiore qualità, e quelle di noi operatori che potremo svolgere meglio il nostro lavoro per curare i nostri pazienti.