Con l’arrivo delle volontarie in Guatemala, si sono intensificati gli incontri di formazione su tematiche legate allo sviluppo comunitario. In un ciclo di formazione nel villaggio di Salvador Fajardo, un anziano signore di nome José ha condiviso una importante lezione sul senso di collaborare per la crescita collettiva.
La cosa che colpisce di più ad un primo sguardo è il modo di vestire. Ad ogni incontro di formazione si presenta in camicia e pantaloni di cotone ben stirati, ai piedi scarpe nere lucide di quelle che in campagna si utilizzano per la messa della domenica.
L’eleganza così accesa fa uno strano paio con le palme delle mani tagliate dalle rughe di una vita nei campi.
Ha una settantina d’anni e non parla spagnolo, o almeno preferisce non parlarlo nonostante lo capisca bene. La sua lingua è il q’echì e quando interviene durante gli incontri lascia che il compagno al fianco traduca ogni sillaba. Parla con lentezza e un leggero sorriso stampato sulle labbra, come se stesse raccontando ogni volta una storia divertente. Quando arriva il momento della traduzione si scoprono invece racconti su un passato intenso fatto di guerriglia e sopravvivenza. La leggerezza sul volto sembra rimpicciolirlo e mostrarne un alone di pacifica consapevolezza.
“Sono qui perché ho voglia di imparare. Sono anziano ma ho bisogno di conoscere cose nuove e metterle in pratica nel lavoro di ogni giorno”.
Durante l’ultimo incontro di formazione nella sua comunità di Salvador Fajardo, José ci ha accolti così, confessando una esigenza di scoperta che nonostante l’età continua ad accompagnarlo ogni giorno.
Abbiamo focalizzato l’incontro della giornata sulla parità di genere e lo sviluppo di un nuovo modello di comunicazione proattiva tra i vari gruppi della comunità.
Come AMKA lavoriamo da anni a Salvador Fajardo, supportando la comunità rurale in un processo di recupero del proprio spirito di produzione agricola collettiva. Salvador Fajardo, come Nuevo Horizonte, nasce come risultato degli accordi di pace tra governo e forze guerrigliere del ’96. Nel corso del tempo, però, la componente comunitaria dell’organizzazione è andata persa e molto del terreno collettivo è stato venduto a grandi aziende e piccoli proprietari della zona. Il progetto di distribuzione di alberi da frutto sostenuto da Treedom e i cicli di formazione connessi portati avanti da AMKA hanno come obiettivo il rafforzamento del tessuto economico interno e la rivitalizzazione della consapevolezza collettiva, nucleo primo di uno sviluppo integrato della comunità.
Gli incontri di formazione riguardano tematiche diverse, rese vicine dallo sguardo comune verso un miglioramento dei legami sociali ed economici della comunità.
Con l’arrivo in Guatemala della volontaria Irene, psicologa ed esperta di dinamiche di genere, abbiamo proposto un ciclo d’incontri sul tema del patriarcato e dei diritti delle donne. In molti luoghi dell’area rurale questo tema è ancora un tabù e il risultato è troppo spesso la condanna di mogli e madri al ruolo marginale di guardiane della casa.
José ascolta e partecipa all’incontro con uno sguardo fermo. Il blocco della lingua rallenta di poco i ritmi della conversazione ma non allontana, anzi rende ancora più intenso e colorato lo scambio.
“Durante il conflitto armato interno vivevamo come fratelli e sorelle, ognuno e ognuna aveva gli stessi diritti e gli stessi doveri. Dovevamo combattere e non importava il genere. Finito quel periodo le cose sono diventate più difficili. Se non impariamo a rispettarci senza distinzione non possiamo andare avanti”.
Ci saluta così, con le labbra sciolte in un leggero sorriso e lo sguardo timido fisso sulle scarpe lucide della domenica. Le ultime parole le pronuncia guardando Irene dritta negli occhi.
“Mantiosh Irene”, ne capiamo il senso anche senza traduzione. “Grazie Irene”.
Ce ne andiamo da Salvador Fajardo pensando che in realtà a dover ringraziare siamo noi.
Grazie José, per averci insegnato che la curiosità non ha età e che insieme possiamo costruire la comunità di cui abbiamo bisogno.
Guglielmo Rapino